grandi nubi all’orizzonte


L’Osservatorio alcol ISS e l’ISTAT relazionano alla Camera dei Deputati sul consumo e sul rischio da alcol per il Piano europeo BeCa. Il futuro va gestito in anticipo.


Nel weekend scorso abbiamo dedicato un’ampia pagina all’importante convegno degli Stati generali del Vino dove sono emersi più tavoli su cui programmare il futuro del settore.


[si legge (più o meno) in: 3 minuti]


Il settore della filiera dell’uva è in salute, quello vitivinicolo registra numeri soddisfacenti (annata più, annata meno) ma il futuro (anche quello prossimo) è denso di ostacoli.

Se da una parte qualità e mercato sorridono, dall’altra ci sono politiche e situazioni contingenti (naturali e non) che appaiono minacciose (molto minacciose all’occhio estremamente avveduto).


foto: Peggychoucair

Clima, sostenibilità e materie prime sono aspetti che devono essere gestiti con estrema cautela e lungimiranza. Ma (e iniziamo il paragrafo appositamente con il “ma”) c’è una vera e propria mannaia che rischia di abbattersi sul sistema ed è quella legata alla salute e al BeCa, il Piano europeo della lotta al cancro.

L’alcol fa male, lo ribadiamo anche noi seppur riteniamo che una terza via moderata e intelligente possa essere percorsa e trovata. Non passa convegno, conferenza, dibattito in cui gli stakeholder del settore e i nostri rappresentanti politici non tradiscano, anche impercettibilmente, quel brivido che passa loro lungo la schiena se pensano alle commissioni di Strasburgo dove da anni si indica l’alcol come un nemico numero uno pari al fumo.


Hai voglia a parlare di tradizione, civiltà, spiritualità, responsabilità, piacere e consapevolezza… difficilmente troveremo mai un medico che, sui tavoli che contano, si esporrà a tal punto da dichiarare il contrario a quanto dimostrato finora dalla scienza e dichiarato dall’OMS che anche recentemente ha ribadito che «non esistono quantità sicure di alcol per la salute» così come scritto nel Codice Europeo sul Cancro del 2014.


foto: Pavel Danilyuk

Non facciamo drammi e non fasciamoci la testa prima di un eventuale colpo, oggi vi riportiamo solamente che ieri alla Camera dei Deputati si è tenuta un’audizione in Commissione Affari sociali.

Gli interventi del direttore dell’Osservatorio nazionale alcol dell’ISS prof. Emanuele Scafato e della dirigente Servizio Sistema integrato salute ISTAT dott. Roberta Crialesi hanno fatto un quadro su cui i nostri politici riferiranno al Parlamento Europeo e al Consiglio circa il piano BeCa.


Clicca sull’immagine per vedere il video

L’intervento del prof. Scafato ha trattato prevalentemente di alcol ed è stata una vera “stilettata” ai nostri cuori e ai nostri sensi (guardatevelo con comodo, sopra c’è il link) mentre la dirigente ISTAT ha fatto un quadro più completo su quei fattori ad alto rischio per la salute (alcol, fumo, alimentazione scorretta, sedentarietà) e come gli italiani si siano più o meno sensibilizzati al tema da nord a sud in questi ultimi 10 anni.


Dal report ISTAT presentato da Roberta Crialesi si evince che il consumo a rischio di bevande alcoliche ha riguardato nel 2022 il 15,3% della popolazione di età superiore ai 14 anni (circa 7 milioni 130 mila persone). di cui il 9,6% ha avuto un comportamento di consumo abituale eccedentario e il 7,2% ha sperimentato episodi di ubriacatura (binge drinking).

L’analisi del trend mette in evidenza una progressiva riduzione dei consumatori a rischio tra il 2010 e il 2014 (dal 19,9% al 15,5%) e una sostanziale stabilità tra il 2015 e il 2018, seguita da un andamento oscillante, con diminuzioni e successivi incrementi.


foto: Kampus production

Se pensiamo che il Piano europeo di lotta al cancro prevede una riduzione nel 2025 del 10% del consumo nocivo di alcol rispetto al 2010, l’Italia ha di gran lunga già conseguito tale obiettivo.

Il consumo di alcol in eccesso è maggiormente diffuso nelle regioni del nord, specialmente nel nord-est (18,5%, tasso standardizzato per età), rispetto al centro (16%) e al mezzogiorno (12,2%), dove nell’ultimo anno aumenta di più la prevalenza (+1,2 punti percentuali). Per il rischio da tabagismo (concausa che innalza del 30% il rischio tumore se associata al consumo di alcolici) nel centro Italia interessa il 21,4% della popolazione, nel Mezzogiorno il 20,3% e nel Nord il 19,6%.


Persone maggiori di 14 anni con comportamento a rischio nel consumo di bevande alcoliche per regione e tipo di comportamento di consumo – Anno 2022, fonte: ISTAT
(tassi standardizzati (a) per 100 persone con le stesse caratteristiche)

REGIONEbevande alcoliche:
% almeno 1 comportamento di consumo a rischio (b)
bevande alcoliche:
% consumo abituale eccedentario (c)
bevande alcoliche:
% binge drinking (d)
Piemonte18,19,910,5
Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste23,511,215,3
Liguria17,410,78,3
Lombardia16,810,18,4
Trentino-Alto Adige20,36,915,6
Bolzano/Bozen20,86,716,3
Trento19,87,114,9
Veneto19,610,910,7
Friuli-Venezia Giulia21,99,115,7
Emilia-Romagna16,210,57,2
Toscana16,811,17,5
Umbria16,99,29,2
Marche19,311,79,4
Lazio14,59,75,9
Abruzzo15,37,610,1
Molise18,711,710
Campania11,67,74,8
Puglia12,27,65,5
Basilicata14,99,17,3
Calabria13,58,86,5
Sicilia9,26,23,8
Sardegna17,78,312,3
(a) I tassi standardizzati sono stati calcolati con il metodo diretto utilizzando come popolazione di riferimento la popolazione europea (Eurostat 2013).
(b) Per le persone di 11-17 anni si considera a rischio il consumo di almeno una bevanda alcolica nell’anno; in questa fascia d’eta i consumatori con almeno un comportamento a rischio coincidono quindi con i consumatori nell’anno.
(c) Si tratta del consumo che eccede: 2 unità alcoliche al giorno per l’uomo; 1 unità alcolica al giorno per la donna; 1 unità alcolica al giorno per gli anziani di 65 anni e più; il consumo di almeno una bevanda lcolica nell’anno per i giovani al di sotto dei 18 anni.
(d) Consumo di 6 o più bicchieri di bevande alcoliche in un’unica occasione.

Per il consumo di alcol a rischio si osservano comportamenti diversificati per condizione socio-economica: tra la popolazione adulta di 25-64 anni, se si considerano le “ubriacature”, si rilevano quote più elevate tra chi possiede titoli di studio più alti e, viceversa, se si considera il consumo abituale eccedentario, i livelli di consumo più elevati si osservano tra chi possiede titoli di studio più bassi; tra la popolazione di 65 anni e più, invece, le prevalenze di consumo a rischio sono sempre più elevate tra chi possiede titoli di studio più alti.


Persone maggiori di 14 anni con comportamento a rischio nel consumo di bevande alcoliche per sesso, classe di età e tipo di comportamento di consumo – Anno 2022, fonte: ISTAT
(tassi standardizzati (a) per 100 persone con le stesse caratteristiche)

Classi di etàbevande alcoliche:
% almeno 1 comportamento di consumo a rischio (b)
bevande alcoliche:
% consumo abituale eccedentario (c)
% binge drinking (d)
MASCHI
14-1729,329,35,9
18-1914,81,013,8
20-2422,12,420,8
25-3421,04,018,4
35-4419,56,316,1
45-5415,97,810,4
55-5915,99,98,6
60-6415,911,06,9
65-7432,430,25,9
75 e più30,229,22,5
Totale21,813,410,8
FEMMINE
14-1725,025,03,2
18-1911,80,910,9
20-2410,91,110,7
25-3410,03,07,7
35-448,23,75,4
45-548,15,43,6
55-598,06,02,9
60-648,47,81,5
65-748,67,61,3
75 e più7,66,90,7
Totale9,26,23,8
MASCHI e FEMMINE
14-1727,227,24,6
18-1913,31,012,3
20-2416,91,816,1
25-3415,63,513,1
35-4413,85,010,7
45-5411,96,67,0
55-5911,87,95,6
60-6412,09,44,1
65-7419,618,13,4
75 e più17,016,21,5
Totale15,39,67,2
(a) I tassi standardizzati sono stati calcolati con il metodo diretto utilizzando come popolazione di riferimento la popolazione europea (Eurostat 2013).
(b) Per le persone di 11-17 anni si considera a rischio il consumo di almeno una bevanda alcolica nell’anno; in questa fascia d’eta i consumatori con almeno un comportamento a rischio coincidono quindi con i consumatori nell’anno.
(c) Si tratta del consumo che eccede: 2 unità alcoliche al giorno per l’uomo; 1 unità alcolica al giorno per la donna; 1 unità alcolica al giorno per gli anziani di 65 anni e più; il consumo di almeno una bevanda lcolica nell’anno per i giovani al di sotto dei 18 anni.
(d) Consumo di 6 o più bicchieri di bevande alcoliche in un’unica occasione.

Questo il rapporto ISTAT completo presentato ieri alla XII Commissione Affari sociali CdD.



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fonte: Parlamento italiano – ISTAT
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