50 sfumature di noir


Sogno, folle desiderio, irresistibile ossessione: un vitigno che dà un vino senza pari. La Francia ne è terra elettiva con le sue differenti interpretazioni…


ESPRIT FRANÇAIS: ESPLORAZIONI IN CORSO


Amiamo introdurre ogni articolo di Livio Del Chiaro anche se per i nostri lettori è una certezza. Curiosità e cultura, le sue (le nostre) esplorazioni in terra francese lasciano spesso la voglia di visitare questi luoghi che Livio racconta descrivendone uve e vini tipici con professionalità ma alla portata di tutti.


si legge (più o meno) in: 6 minuti


Un viaggio virtuale per colline, valli, e campagne della Francia vitivinicola, un universo che non si finisce mai di conoscere.


Esprit français è diverso, una narrazione che richiede solo il giusto mood, lo stato d’animo rilassato per lasciarsi meglio invitare da qualche suggerimento per verificare di persona nei vostri prossimi viaggi.


background photo: spuntz

Abbiamo già attraversato tante località e, se guardiamo la nostra mappa, osserviamo come la nostra “Citroen d’epoca” abbia percorso molte miglia ma il viaggio da fare sia ancora lungo!


Oggi però non racconteremo di un singolo territorio ma di un uva che rappresenta l’eccellenza e l’esclusività di molte aree vitivinicole.


photo: Mauro Lima

Un vitigno accostato all’eleganza e alla signorilità, un’uva straordinaria ed estremamente caratterizzante nel bicchiere. Coltivata in molti luoghi, con numerosi cloni e tentativi di incrocio.

La terra elettiva rimane comunque e senza dubbio la Francia, nelle sue varie interpretazioni.


Avrete già compreso di cosa stiamo parlando… ma lasciamo raccontare Livio, con tutta la sua conoscenza di quei territori francesi in cui viene vinificato il vitigno protagonista di oggi.

On y va!


[n.d.r.]



50 sfumature di noir


Il pensiero fisso vi si insinua dentro e non vi abbandona fino a che non lo riassaporate un’altra volta e un’altra ancora. E non vi stanca mai ma anzi vi ossessiona, lo pensate, lo desiderate, lo volete ad ogni costo, in ogni momento.


photo: Tomas Andreopoulos

A volte sensuale e soave, altre potente e duro, sanguigno e cupo ma anche frizzante e gioioso… stare con lui non vi annoierà mai, sarà una relazione tra alti e bassi, godereccia, mai noiosa.


A volte non si concederà facilmente, lo dovrete aspettare anche per anni, altre volte l’attesa sarà vana e lo perderete, altre ancora saprà regalarsi da subito con una gioia inebriante.

Sto parlando del pinot noir, naturalmente.


photo: StockSnap

Una vera ossessione per molti, un’uva capace di regalare emozioni uniche ed irripetibili. Il vitigno che forse è in grado di esprimere meglio un territorio ma che può esprimerlo in tantissime declinazioni.


Difficile da coltivare e da vinificare, incostante nell’invecchiamento, solo se lo amate alla follia lo potete apprezzare veramente.


Fiumi di inchiostro sono stati scritti su questo vitigno, sulla sua storia, le sue origini, le tecniche di vinificazione. Oggi preferirei parlarvi delle numerose sfumature che si possono incontrare vagando per la Francia vitivinicola.


photo: Mauro Lima

Concedetemi un’intima riflessione prima di iniziare: il pinot noir viene ormai coltivato ovunque con risultati spesso pessimi.


Questo è un vitigno che predilige il freddo, che è capace di trasformare in vino un terroir, che è difficile e restio a concedersi ma quando lo fa (e avviene molto raramente) i risultati sono strabilianti.


Si trovano in commercio tanti vini fatti con acini di pinot noir ma pochissimi Pinot Noir (“da doppia maiuscola”). Preferisco raccontare di questi ultimi e lo farò – non temete – sempre con la maggior sintesi possibile.



Alsazia e Lorena


In Alsazia, le vigne a pinot noir non sono poi tantissime, ma l’uva si trova comunque a suo ben agio in questa zona e si trasforma in vino dalle diverse espressioni.



Principalmente viene vinificato in rosso per produrre vini Alsace AOC Pinot noir o in rosato per la produzione di Cremant d’Alsace Rosé.


La versione in rosso fa spesso brevi macerazioni e affina in acciaio ed il risultato è un vino dal colore molto scarico, quasi un rosato da servire sui 14°C e gustoso da abbinare con molti piatti locali, in particolare la Choucroute Alsacienne ma anche il Wadele braisé au pinot noir (zampone).


foto:  Ben Kerckx

I Cremant d’Alsace Rosé sono tipicamente a base di Pinot Noir, vini dal colore rosato non troppo intenso si presentano con un bel perlage fine e persistente, un naso con tante fragoline e ribes ed una bocca cremosa, sapida e fresca.


Perfetto come aperitivo o con il sungau (carpa fritta). Troviamo quindi in Alsazia la leggerezza, i piccoli frutti di bosco e la bevibilità del pinot noir.




In Lorena, in particolare nell’AOC Côtes de Toul, si producono vini rossi e rosati a base Pinot Noir (e Gamay). Ne ho assaggiati pochissimi e comunque i rossi sono vini snelli ed immediati sullo stile di quelli alsaziani e abbinati con una Quiche Lorraine non sono male.


Jura


Anche in Jura nell’appellation Côtes du Jura e Cremant du Jura troviamo del Pinot Noir.

I rossi sono più strutturati degli alsaziani e non disdegnano un passaggio in legno, mentre nei cremant è solitamente uvaggio con poulsard, trousseau e chardonnay.



Quando vado in Jura francamente preferisco assaggiare i rossi autoctoni e soprattutto i vini a base di savagnin – Vin Jaune in particolare – ma secondo me si possono trovare delle interessanti sorprese.


Naturalmente il Pinot Noir si ritrova anche nell’AOC Macvin du Jura, forse l’unico caso di un Vin doux naturel con del Pinot Noir, ma qui le caratteristiche del vitigno sono messe un poco in secondo piano dalla fortificazione con Marc du Jura, un distillato di vinacce dove possono essere presenti anche quelle di pinot noir.


Del Pinot Noir si trova anche poco più a sud in Savoia e Bugey ma, sinceramente, il nostro vitigno qui non dà risultati indimenticabili.



Champagne


Tutti conoscono invece una zona dove i risultati indimenticabili ci sono – eccome! – e troviamo il pinot noir vinificato sia in bianco che in rosato che in rosso: Champagne.



I vini rossi li troviamo principalmente nell’AOC Coteaux Champenois, prodotti sullo stile dei rossi borgognoni.


In questa zona le uve di pinot noir possono non raggiungere una perfetta maturazione (motivo per cui viene spumantizzato) ciò non toglie che si trovino comunque delle etichette davvero interessanti, in particolar modo negli ultimi anni con un cambiamento del clima che ha portato ad un sostanziale incremento delle temperature medie.

A causa di una struttura molto contenuta, sono spesso vini in cui la parte boisé la fa da padrona, specialmente in gioventù.


photo: StockSnap

Altro discorso per le bolle, sicuramente le più grandi al mondo senza se e senza ma. Dai pinot noir di Montagne de Reims (suoli estremamente e tipicamente gessosi) con champagne potenti ed eleganti a quelli dell’Aube (suoli calcarei del kimmeridgiano e clima un poco più mite) con champagne più polposi e fruttati.


In Champagne troviamo veramente mille diverse sfaccettature di questo vitigno a seconda della zona, dei suoli e soprattutto dell’abile mano del produttore.


foto: congerdesign

Gli abbinamenti sono infiniti, dal fresco rosato da bersi come aperitivo allo champagne perfetto per un menù di crostacei e molluschi, a quello per una bouillabasse o un demi sec per del foie gras.


Potete trovare uno champagne per ogni occasione ed ogni occasione è buona per bersi uno champagne… a base pinot noir (almeno per oggi).


photo: Fred photo

Spostandoci un poco più a sud ma non troppo troviamo una zona a cavallo tra Champagne e Côte d’Or i cui pinot noir non sono molto conosciuti ma sono apprezzati e caratteristici.


Sto parlando di quel lembo di terra che va dallo Yonne alla Loira occidentale le cui appellation di riferimento sono da est a ovest: Bourgogne Epineuil, Bourgogne Citry, Irancy e Sancerre Rouge.


Sono pinot noir con una struttura non eccessiva, mineralità, bella freschezza, tannini fini e tanta frutta e fiori al naso.


photo: Kcassam, (CC BY-SA 3.0)

Per rimanere in zona potete gustarli con un formaggio tipo il soumaintrain o per i più coraggiosi con un poulet en barbouille (tipo uno spezzatino di pollo cotto nel vino rosso e sangue).



Borgogna


Arriviamo finalmente dove dire pinot noir equivale a dire vino, spesso vino eccelso: la Côte d’Or con la Côte de Nuits a nord e la Côte de Beaune a sud.


Ovunque si producono grandi vini molto diversi tra loro. In questa piccola striscia di circa 50 km su suoli principalmente calcarei ma estremamente eterogenei si producono fra i migliori pinot noir al mondo.


Un benevolo mix di clima, esposizione dei vigneti, terreni, abilità dell’uomo ha qui generato un piccolo mondo esclusivo che da sempre appassiona chi beve vino.



La ricerca del grande pinot noir è il santo graal di tanti appassionati, sommelier, enologi.


In passato si tendeva molto a generalizzare definendo ad esempio potenti e mascolini i vini di Pommard, eleganti e femminili quelli di Volnay (termini che, tra l’altro, odio con tutto me stesso) col risultato che ho assaggiato più volte dei Volnay che davano dei “pugni nelle gengive” e Pommard fini e vellutati.


photo credits: BIVB / Aurélien IBANEZ ©

Il bello della Côte d’Or è che veramente da vigneto a vigneto, a pochi metri di distanza troviamo vini che sembrano prodotti ai due estremi della Francia, con la grande variabile data dall’annata che a volte incide più del resto.


Ad ogni modo che stiate bevendo un morbido Chassagne-Montrachet, un caldo Aloxe-Corton, un fruttato Ladoix o Chorey-les-Beaune, un elegante Vosne-Romanee o un potente Gevrey-Chambertin o esattemente l’opposto di quello che ho detto, il risultato sarà sempre lo stesso: godurioso.


photo: Gutife

Quando ti chiedono dei tuoi vini rossi preferiti, sembra di essere banali ed un poco snob a dire “Borgogna” ma quando si trova la bottiglia giusta non si dimentica per anni e – attenzione! – a me è capitato spesso senza spendere cifre folli.


Le varie etichette di pinot noir si sposano poi perfettamente con la cucina locale, un Hautes Côtes de Beaune o un Savigny-lès-Beaune – per dirne un paio – si abbinano perfettamente con le escargots a la bourguignonne, un Nuits-Saint-Georges o un Gevrey-Chambertin con un beef bourguignon, un Ladoix o uno Chassagne-Montrachet con un coq au vin..


photo credits: BIVB / Michel JOLY ©

altrove


Non ci resta che parlare di Côte Chalonnaise, Macônnais e Beaujolais et Lyonnais. La zona più vocata è senza dubbio la prima con una zona in particolare che adoro, Mercurey dove, specialmente nei 1er cru troviamo vini all’altezza dei loro cugini più famosi.



Struttura, eleganza, bel naso, bevibilità e un ottimo rapporto qualità-prezzo sono tra i motivi che mi fanno spesso bere questi vini, anche al restaurant.

Provatelo con la lievre a la pyron (lepre cotta con le vinacce) o con una andouillette bourguignonne (intestino di maiale cotto nel vino bianco e servito con una salsa al vino rosso).


Molto interessanti anche i vini di Givry mentre nelle altre zone si trova qualcosa di alta categoria solo con una ricerca insisitente.



C’è un po’ di pinot noir anche nella Loira Centrale, in Languedoc (circa 2000 ha) e forse qualche rara bottiglia anche in altre zone, persino in Normandia, Charentais e Sud Ouest ma spesso, come dicevo all’inizio dell’articolo, parliamo più di vini fatti con uva pinot noir ma che del “Pinot Noir” non hanno molto.



In particolare, in Languedoc c’è una piccola produzione principalmente esportata dall’altra parte dell’oceano, dove hanno un concetto di pinot noir molto diverso dal mio e probabilmente anche dal vostro.


Vitigno dalle mille sfaccettature, elegante, poliedrico, territoriale, forse il più grande ma non sta a me dirlo. Però… lo dico.




Leggi gli altri articoli di Esprit francais


Torna in alto


riproduzione riservata

spiritoitaliano.net © 2020-2023


Viareggino di nascita e fiorentino per amore, Livio Del Chiaro decise nel 2009 di stravolgere la sua vita, a 33 anni, dopo una tesi di laurea, un dottorato di ricerca e una borsa di studio in biologia molecolare. Diventa Miglior Sommelier d’Italia nel 2014 e con la sua dolce metà Bianca condividerà la passione per l’alta qualità e tutte le più belle avventure della vita anche professionale. Oggi sono co-titolari di una celebre enoteca nel centro storico di Firenze e qualificati assaggiatori nel mondo dei distillati, dell’olio e del cioccolato. Docente Fisar, Livio ama smoderatamente le piccole realtà artigianali dei vignaioli, una passione che lo ha portato a viaggiare per Italia e Francia (per adesso…) alla ricerca di piccole perle, di vitigni rari, di prodotti sempre nuovi e stimolanti